Per tali lavori occorsero 40 pertiche quadrate di tavolette di pietra
rossa della cava di Castel Toblino. Nel 1853 venne posto in opera un nuovo
pulpito, mentre negli anni 1864-1865 si procedette ad ampliare la sacrestia. Nel
corso dell'anno 1871, ad opera del muratore Cobelli Francesco da Salò, furono
ricavate due nicchie nella parete absidale per collocarvi le statue dei Santi
Pietro e Paolo, donate alla Chiesa dalla famiglia de Corradi. La Chiesa e
l'annesso campanile vennero tinteggiati a nuovo nell'anno 1907, ma purtroppo
l'incendio, che il 4 aprile 1909 interessò due fabbricati ad essa adiacenti,
procurò gravi danni a tutta la struttura. Si rese necessario quindi apportare
nuovi interventi di restauro. Negli anni 1910-1911 si procedette al
rifacimento dell'intonaco delle pareti danneggiate e all' esecuzione di nuovi
ornamenti ad opera del pittore Chinatti. Nel 1912, l'architetto Livio Provasoli
progettò le sei vetrate a colori della Chiesa che furono realizzate nel mede
medesimo anno
dalla Ditta C.Turcke di Grottau. Sulle due vetrate dell'abside sono raffigurati
i Santi Rocco e Martino. Nel 1913 si procedette anche alla riparazione del
campanile (intonaco, cella campanaria e cupola). Nel 1924 venne costruita la
nuova porta principale della Chiesa dai falegnami Giacomo Pellegrini ed
Annibale Armanini su disegno di Valentino Bosin di Trento, desunto dalla celebre
porta della Chiesa dell'Inviolata di Riva. Nel 1932, dopo lunghi anni di attesa,
finalmente furono poste sul campanile le nuove campane in quanto le precedenti
erano state requisite negli anni 1916 e 1917 per motivi bellici.
Solo
la più piccola era stata preservata, unica testimone dell'impareggiabile
concerto, fuso nell'anno 1886 dalla Ditta Bruneri di VaI Camonica. Nell'anno
1962 la Chiesa venne tutta ridipinta, furono rinnovati gli stucchi nonchè
eseguite le nuove immagini di Sant' Agostino e Santa Massenza ad opera del
pittore Onkè Perzolli di Trento. Nel 1966 furono eseguiti altri lavori di
miglioria quali l'impianto di riscaldamento, le doppie porte ed il nuovo altare
attualmente usato. Il restauro più importante è stato attuato negli anni
1986-1992, ha interessato tutta la struttura ed è consistito nel rifacimento
completo del tetto, degli intonaci esterni, delle pitture interne, nel
drenaggio delle acque pluviali e nel restauro delle tele. Nel novembre 2002 è
stata completata l'elettrificazione delle campane. Attualmente l'edificio si
presenta in un ottimo stato di conservazione ed è apprezzato sia dai fedeli che
dai visitatori.
Caratteristiche della Chiesa
Il
nuovo edificio risulta assai più ampio di quello romanico, misura m32,50 di
lunghezza, 14,00 di larghezza e 13,00 in altezza e presenta i caratteri
costruttivi del tardo Rinascimento, in conformità ai criteri espressi dal
Concilio di Trento (1545-1563). L'edificio è costituito da una sola navata di
forma rettangolare che misura m 20,00 per 11,00, abbellita da quattro altari
laterali. Il presbiterio, rialzato
di circa 70 cm dal piano della navata è congiunto ad essa mediante tre gradini
per poi terminare con una profonda abside semicircolare. Al centro del
presbiterio è collocato
l'Altar Maggiore che rappresenta la principale
attrattiva artistica della Chiesa, realizzato in marmo bianco di Carrara, in
stile settecentesco, proviene dalla soppressa Chiesa di Santa Giustina di
Rovigo. Acquistato dalla comunità di Stenico, su iniziativa del Console locale
Sebastiano Sebastiani e del Curato Francesco Amadei, il 29 maggio 1808 fu
trasportato a Stenico e collocato in Chiesa nell'anno 1810 in sostituzione del
precedente altare in legno ormai vecchio e cadente. Di notevole pregio artistico
sono pure il coro in legno di noce, gli stalli corali e le due porte intagliate
poste ai lati del presbiterio, opere realizzate dal falegname Francesco Nicolli
di Sclemo tra il 1806 ed il 1808.
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