La chiesa di San Vigilio nella storia
Scarse e frammentarie sono le notizie che riguardano la vecchia Chiesa di
S.Vigilio di Stenico. Essa viene nominata una prima volta in una pergamena
dell'anno 1218, che menziona come il 12 giugno di quell'anno, nello spiazzo
retrostante la Chiesa, si tenne un'assemblea ove vennero discusse le
problematiche inerenti i beni ed i diritti di tale Pellegrino di Stenico. Si
accenna inoltre ad essa in una pergamena del 26 novembre 1321 ove si tratta di
una permuta di beni siti in Stenico tra i quali diverse particelle fondiarie, di
cui due situate in località
La Braida. Viene altresì nominata in un legato detto
"della Bona" relativo all' anno 1486, nonchè in un testamento dell'anno 1499 ove
tale Giovannino Rossi di Sclemo dona alla Chiesa di San Vigilio di Stenico, una
libbra di cera ed una cazza di olio. Viene nuovamente menzionata in un documento
dell'8 dicembre 1512, quando il Vescovo di Arcusa, Mons. Michele Jorba, Vicario
Generale del Vescovo di Trenta Giorgio di Neideck, consacrò, collocandovi alcune
reliquie di Santi, due altari di detta Chiesa e li dedicò, il primo a San
Vigilio ed il secondo ai Santi Filippo e Giacomo. Pochi anni dopo,
nel 1520, la Chiesa viene
nuovamente menzionata in un contratto stipulato fra i rappresentanti della
Comunità di Stenico (Simone fu Marino Targa e Giacomo fu Nicolò da Tovo) ed il
maestro intagliatore e scultore Giovan Andrea Olivieri di Brescia, relativo
alla commissione per la costruzione di una nuova ancona che doveva essere posta
ad abbellimento dell'altar maggiore della stessa. Viene ricordata poi con
maggior frequenza negli atti notarili della prima metà del secolo sedicesimo, in
modo particolare nei testamenti ove il testatore esprimeva sempre la volontà
che in essa gli venissero celebrate sia le esequie, che le Sante Messe
negli anniversari. Negli stessi
documenti compaiono i nomi di alcuni cappellani che officiarono nella vecchia
chiesa:
-Don
Contrino figlio di Genesio de Corvis, de la torde
Malimbert, cremonese (1497)
-Don
Marcantonio figlio Domini Nascenti, de Carrestano,
vicentino
(1523)
-Rev.do Presbitero Angelo Sarallo da Sabloneto, mantovano
(pergamena
1531)
-Don
Antonio Corradi , figlio di ser Aldrighetto Corradi di
Stenico,
trentino (1531)
-
Don
Camillo Collapo di Tuscolano, bresciano (1535)
-
Don
Pietro Rebaiiso da Parma (1540)
-
Don
Pietro da Gardumo, trentino (1542)
Nel
corso degli anni 1965-1966 , effettuando i lavori relativi al rifacimento della
pavimentazione interna è stata accertata la presenza
di strutture più antiche, probabilmente
appartenenti a cappelle di modeste dimensioni costruite in epoche diverse. È
stata inoltre accertata l'esistenza di un avvolto situato sotto la navata della
Chiesa al cui interno è stato rinvenuto un cumulo di ossa (si ritiene che possa
trattarsi di una vecchia cripta cimiteriale). Nel corso dell'anno 1991, in
occasione dei lavori di restauro della Chiesa attuale, ed in particolare nell'effettuare gli scavi per la messa in opera dei tubi di drenaggio delle acque
meteoriche, sono venuti alla luce alcuni tratti del sedime delle mura di
fondazione della vecchia Chiesa. Dal loro esame si è potuto appurare come
l'abside semicircolare di quell'edificio fosse orientato a mattina, parimenti
alle antiche Chiese romaniche e medievali. Visto che Stenico si trova lungo
l'itinerario che Vigilio, vescovo di Trento, percorse nell'anno 400 nel
generoso tentativo d,i portare il messaggio cristiano alla popolazione idolatra
della Val Rendena, è possibile ipotizzare che un primo luogo di culto sia sorto
già a quel tempo. Secondo l'opinione dello storico Alberto Gozzaldi i plutei che
ora si trovano presso la cappella di San Martino nel Castello di Stenico
provengono dall' altare dell' antica Chiesa di San Vigilio. Della vecchia Chiesa
di San Vigili o rimane solo il campanile che conserva ancora le quattro bifore
romaniche. La torre venne dotata di un orologio già nell'anno 1557 quando la
comunità di Stenico concesse in affitto per tre anni una parte di malga Val d'Agola
per ricavarne la somma necessaria al suo acquisto.
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