Stenico, la chiesa di San Vigilio 30 settembre 2004
 

IL PAESE DI STENICO

Usciti dal castello di Stenico ci dirigiamo verso la piazza principale del paese e la nostra attenzione viene attratta da una bellissima fontana che campeggia nella piazza davanti all'ingresso dell'ufficio postale. E' una classica fontana alpina con davanti un grosso lavatoio. Facciamo un altro chilometro e ci troviamo nei pressi di un'altra fontana, una grossa palla di granito su cui scorre un'acqua fresca e cristallina. Nei pressi di questa fontana c'è un tabernacolo e dalla balaustra sporgente sulla valle si vede la cascata del Rio Bianco che rappresenta, dopo il castello, l'attrattiva più spettacolare di Stenico. La sorgente che alimenta la cascata sgorga a quota 683m e il flusso d'acqua è a carattere stagionale: ad un periodo di magra invernale segue il risveglio primaverile legato allo scioglimento delle nevi d'alta quota formanti il bacino alimentatore. Ha una considerevole portata d'acqua durante i mesi estivi (circa 1900 litri al secondo) per poi regredire progressivamente in autunno, salvo un breve recupero apportato dalle piogge. È di importanza vitale per il paese di Stenico: alimenta la rete idrica potabile, l'impianto irriguo della campagna ed infine unitamente alle altre sorgenti minori (Cugol, Malea, Barbison ed Albola) la centrale idroelettrica di Ponte Pià. Quì sotto sono visibili le foto del Capitello di San Giuseppe da dove si vede la cascata del Rio Bianco. Il Capitello fu eretto nel 1778, oggetto di grande venerazione da parte del popolo di Stenico. Da più di vent'anni è invalsa l'usanza di recarsi presso il capitello in

      

processione il giorno delle Palme per la benedizione dell'ulivo per ritornare alla chiesa di San Vigilio in forma solenne sull'esempio dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme descritto concordemente dai quattro evangelisti. Ripercorrendo quindi a ritroso la strada si arriva davanti alla chiesa che dopo il castello e la cascata, quì a Stenico, è una meravigliosa realtà che invita ad essere visitata per sostarvi in preghiera, perchè oggi noi tutti abbiamo, a mio avviso, bisogno di riscoprire e gustare i richiami e gli inviti che ci vengono dal nostro spirito e ritrovare la pace. La presenza nascosta e misteriosa di Gesù la possiamo cogliere anche attraverso l'umile e serena visita nella sua dimora fra gli uomini. Donatella e io decidiamo pertanto di varcarne il portale principale della chiesa costruita in pietra calcarea bianca risalente al 1616, (rifatta nel 1924 dai falegnami di Stenico Giacomo Pellegrini e Annibale Armanini) e rimaniamo estasiati dalla luminosità del suo interno; di solito le chiese in stile Barocco sono scure e prive di luce, e la poca luce proviene dalle finestre con vetrate più o meno armoniosamente colorate. Non è il caso di questa chiesa che ha le sue belle vetrate eseguite nel 1912 e raffigurante quella di destra: S. Martino vestito da guerriero che taglia con la sua daga il mantello e quella di sinistra : S. Rocco che all'età di vent'anni abbandona il suo castello e i suoi beni per dedicarsi alla vita e alle opere di carità e a soccorrere gli appestati e i poveri in ogni parte del mondo.      continua>>>


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