ad
Arco
IL
centro di riabilitazione cardiologico di Arco
E se già allora, tra i
fasti della corte Asburgica, si cercava giovamento in un
salutare prodotto naturale, a maggior ragione oggi
disintossicare il corpo e la mente in un ambiente ideale è
una necessità. Traubenkur è cura sell'uva, un regime
dietetico; ma anche visite guidate fra natura e cultura,
concerti, intrattenimenti vari e degustazioni guidate di
vini, grappe e spumanti del Trentino, perchè per gli
arcensi, "cura dell'uva" è anche "cura
dell'ospitalità"
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TRAUBENKUR:
LA CURA DELL'UVA
La cura
dell'uva non è certo una novità. Ad Arco
veniva fatta ancora negli anni fine
ottocento e agli inizi di questo secolo. Gli
ospiti allora, un’elitaria società
mitteleuropea, si intrattenevano volentieri
ai matinée musicali sulle verande del
Casinò, sorseggiando quel succo d'uva che,
dentro la sua polpa deliziosa, faceva sentir
loro tutto il bel sole d'Italia. Oggi la
Traubenkur viene riproposta agli ospiti del
Garda Trentino e può essere praticata
gratuitamente negli alberghi che hanno
aderito all'iniziativa e presso il Casinò
Municipale di Arco. La Traubenkur è
giovevole a tutti, soprattutto agli anziani,
ma fa bene anche ai bambini, perchè il succo
d'uva contiene calcio e fosforo. Fa bene a
chi è affaticato dal lavoro, sia fisico che
intellettuale, in quanto bisognoso di sostanze energetiche di cui l'uva è assai
ricca. La cura dell'uva dovrebbe durare
almeno una quindicina di giorni - ma già con
una settimana si sentono i benefici effetti
- durante i quali si consuma circa
l'equivalente di due chilogrammi d'uva al
giorno. Lo schema è questo: un bel
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bicchiere di succo
d'uva al mattino a digiuno e un altro bicchiere di succo
al pomeriggio. Ai pasti, inoltre, uno o due grappoli di
uva. La zona del Garda Trentino è ricca di ottimo
prodotto. I contadini lo raccolgono, lo spremono negli
appositi torchi e il succo d'uva è pronto. Non vi è
alcun additivo, essendo costituito infatti solo da puro
succo di polpa senza buccia e semi, che deve essere
consumato al massimo entro due giorni dalla produzione,
prima che inizi il processo di fermentazione.
L'uva è, con il fico, il tipo di frutta che contiene la
maggiore quantità di zucchero (dal 15 al 30 %); un litro
di succo d'uva fresca contiene pertanto circa 800
calorie, cioè come un quantitativo doppio di carne. Per
questo costituisce un autentico latte vegetale, più
digeribile però del latte animale in quanto le sostanze
grasse di quest’ultimo sono spesso mal tollerate dallo
stomaco. L'uva è raccomandabile per gli artritici, i
gottosi , i reumatici in genere e gli obesi, in
quanto diuretica e lassativa. Le proprietà diuretiche e
antitossiche dell'uva giovano anche a tutti coloro che
soffrono di insufficienze cardiache, mentre l'azione
lassativa è ovviamente preziosa per gli stitici
abituali. Il succo d'uva stimola pure le funzioni del
fegato e in modo particolare favorisce la secrezione
della bile. Per il suo notevole valore alimentare l'uva
è soprattutto raccomandabile agli anemici, per gli
affaticati e i convalescenti che trovano in essa un
eccellente tonico generale. La cura dell'uva può essere
quindi intesa come complemento a una dieta
disintossicante e a un periodo di vacanza rilassante, ma
può anche essere praticata in maniera scientifica sotto
diretto controllo del medico e prevedendo tempi e
modi più restrittivi. In questo caso vanno rispettate
altre norme dietetiche che vengono di volta in volta
prescritte, secondo le particolari esigenze del malato e
della patologia in atto; generalmente viene sempre
richiesta l'abolizione di alcolici, sigarette, caffè, tè, soprattutto, dei medicinali abitualmente usati.
La cura dura in genere circa 30 giorni e, salvo casi
eccezionali, può essere proseguita per un tempo più
lungo. Per coloro che non sopportano l'uva, pur
eliminando la buccia e i semi, viene consigliato di
praticare la cura bevendo il succo fresco al posto
dell'uva intera. A tale scopo si usa un torchietto o una
pressa che elimina buccia e semi lasciando filtrare
solamente il succo. Sconsigliati sono i vari tipi di
frullatori, perché sminuzzano, ma non eliminano buccia e
semi che, come si è detto, sono per tutti di difficile
digestione.
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