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GITA AL  MUSEO ETNOGRAFICO DI TEODONE  - OTTOBRE 2004 

in Trentino

IL Museo Etnografico a Teodone ( Brunico )

 

Inaugurato nel settembre 2003, il museo Retico di Sanzeno sorge in località Casalini, un'area particolarmente significativa per la storia dell'archeologia della Val di Non. Quì infatti negli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso, sono stati effettuati gli scavi archeologici che hanno portato Sanzeno e la Valle di Non alla notorietà scentifica internazionale. Nell'edificio di chiara impronta decostruttiva, progettato dall'architetto trentino Sergio Giovanazzi, accanto a spazi e infrastrutture di tipo ostensivo, sono a disposizione sale per attività di informazione e didattica relativamente al ricco patrimonio archeologico delle valli del Noce in modo da fungere da punto di riferimento per ricerche, studi e scavi condotti in loco dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Il museo, che con le sue articolate forme suggerisce l'idea di uno dei piccoli paesi della valle stretti attorno alla chiesa, si articola attorno al cuore della costruzione, il " pozzo del tempo ", come l'ha definito il progettista, ossia il percorso a spirale che dal fondo dell'edificio, attraverso la visione di reperti e l'intervento di sussidi multimediali, conduce il visitatore al piano rialzato, attraverso un affascinante, seppur "condensato", viaggio nella storia che ha caratterizzato le valli del Noce, dalle epoche più remote, al Medioevo.

 

    

Il Castello di Stenico, disegno di Joanna von Isser, Grossrubatscher ( 1882 ), Insbruck, Biblioteca del Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum

Cenni storici



Le origini del Castello sono riassunte nell'iscrizione gotica ai piedi di tre personaggi raffigurati nel grande affresco tardo quattrocentesco ancora visibile sulla parete a levante della sala del Consiglio, il grande salone al primo piano del palazzo Nuovo: Carlo Magno, che donò il territorio del Trentino occidentale alla Chiesa di Trento, rappresentata da san Vigilio, ed il vescovo Nberto I che costruì sul dosso di Stenico il primo nucleo fortificato. È infatti dal 927 che le Giudicarie dipendono amministrativamente dalla Marca di Trento e dal 1027 dalla Chiesa di Trento, a seguito del dono concesso al vescovo Uldarico dall'imperatore Corrado Il, a conferma di una precedente concessione risalente al 1004 fatta dall'imperatore Enrico II. Il castello, menzionato sin dal 1163, fu occupato per quasi otto secoli da un Capitano che, in nome del Principe Vescovo di Trento, esercitò la funzione di massima autorità politico amministrativa nel territorio giudicariese.
Coinvolto nelle ambiziose imprese di tre potenti famiglie, i Campo, i Lodron e gli Arco, che sovente ardivano sfidare anche l'autorità vescovile, il castello fu continuo oggetto di ampliamenti e modifiche, che lo trasformarono da roccaforte in una pregevole residenza principesco vescovile. Con la fine del potere temporale dei Principi Vescovi di Trento e con il trasferimento della proprietà
al Governo austriaco, che lo adattò a sede dell'Imperial Regio Giudizio ed Ufficio delle Imposte, il castello conobbe un lungo periodo di degrado culminato con le distruzioni operate dai prigionieri durante la prima guerra mondiale.
Trasferito al demanio italiano fu, sino al 1965, sede della Pretura prima e della locale caserma dei Carabinieri poi. I lavori di restauro, iniziati dalla Soprintendenza, sono stati continuati dalla Provincia Autonoma di Trento che, dal 1973, con il trasferimento delle competenze in materia di tutela
del patrimonio storico artistico, subentrata anche nella proprietà, lo ha arredato ed aperto al pubblico.

Sala del Consiglio. Affresco di Giacomo Staudenfunchs

(1473 )

Veduta del Castello di Stenico

Il castello , dopo aver percorso una strada costeggiata di meleti carichi di frutta, ci appare in tutta la sua bellezza sull'alto di una collina che noi ci accingiamo a scalare, dopo aver lasciato parcheggiata la macchina in paese, in piazza nei pressi di una monumentale fontana. Ci appare un cartello, nei pressi dell'ingresso che richiama all'epoca medievale e alla rappresentazione dello stesso nel CICLO DEI MESI affrescato in Torre Aquila a Trento che costituisce undocumento fondamentale per la conoscenza del maniero nel XIV secolo. Il fortilizio vi appare circondato dalle mura di difesa, ancora oggi visibili con torre angolari a rivellino all'ingresso, successivamente demoliti. Si individuano tre blocchi principali tutt'ora riconoscibili: a sinistra quello più antico con la porta d'ingresso; al centro il Palazzo Nuovo, eretto nei primi anni del XIII secolo, con caratteristiche bifore ad arco; infine la Casa Vecchia, l'antica casa murata voluta dal Principe Vescovo Adalpreto nella seconda metà del XII secolo, sopraelevata e rimaneggiata dal Vescovo Giorgio di Linchtestain ( fine XII secolo ) al cui intervento sono ascrivibili le finestre a croce guelfa. Si arriva all'ingresso e oltrepassatolo ci appare una piazzetta con un pozzo al suo centro e tutti i meravigliosi palazzi, con le loro logge, intorno.

 

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