in
Trentino
IL
Museo Etnografico a Teodone ( Brunico )
Inaugurato nel
settembre 2003, il museo Retico di Sanzeno sorge in località
Casalini, un'area particolarmente significativa per la
storia dell'archeologia della Val di Non. Quì infatti negli
anni Venti e Cinquanta del secolo scorso, sono stati
effettuati gli scavi archeologici che hanno portato Sanzeno
e la Valle di Non alla notorietà scentifica internazionale.
Nell'edificio di chiara impronta decostruttiva, progettato
dall'architetto trentino Sergio Giovanazzi, accanto a spazi
e infrastrutture di tipo ostensivo, sono a disposizione sale
per attività di informazione e didattica relativamente al
ricco patrimonio archeologico delle valli del Noce in modo
da fungere da punto di riferimento per ricerche, studi e
scavi condotti in loco dalla Soprintendenza per i Beni
Archeologici. Il museo, che con le sue articolate forme
suggerisce l'idea di uno dei piccoli paesi della valle
stretti attorno alla chiesa, si articola attorno al cuore
della costruzione, il " pozzo del tempo ", come l'ha
definito il progettista, ossia il percorso a spirale che dal
fondo dell'edificio, attraverso la visione di reperti e
l'intervento di sussidi multimediali, conduce il visitatore
al piano rialzato, attraverso un affascinante, seppur
"condensato", viaggio nella storia che ha caratterizzato le
valli del Noce, dalle epoche più remote, al Medioevo.
Il
Castello di Stenico, disegno di Joanna von
Isser, Grossrubatscher ( 1882 ), Insbruck,
Biblioteca del Tiroler Landesmuseum
Ferdinandeum
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Cenni storici
Le origini del Castello sono
riassunte nell'iscrizione gotica ai piedi di tre
personaggi raffigurati nel grande affresco tardo
quattrocentesco ancora visibile sulla parete a levante
della sala del Consiglio, il grande salone al primo
piano del palazzo Nuovo: Carlo Magno, che donò il
territorio del Trentino occidentale alla Chiesa di
Trento, rappresentata da san Vigilio, ed il vescovo
Nberto I che costruì sul dosso di Stenico il primo
nucleo fortificato. È infatti dal 927 che le Giudicarie
dipendono amministrativamente dalla Marca di Trento e
dal 1027 dalla Chiesa di Trento, a seguito del dono
concesso al vescovo Uldarico dall'imperatore Corrado Il,
a conferma di una precedente concessione risalente al
1004 fatta dall'imperatore Enrico II. Il castello,
menzionato sin dal 1163, fu occupato per quasi otto
secoli da un Capitano che, in nome del Principe Vescovo
di Trento, esercitò la funzione di massima autorità
politico amministrativa nel territorio giudicariese.
Coinvolto nelle ambiziose imprese di tre potenti
famiglie, i Campo, i Lodron e gli Arco, che
sovente ardivano sfidare anche l'autorità vescovile, il
castello fu continuo oggetto di ampliamenti e modifiche,
che lo trasformarono da roccaforte in una pregevole
residenza principesco vescovile. Con la fine del potere
temporale dei Principi Vescovi di Trento e con il
trasferimento della proprietà
al Governo austriaco,
che lo adattò a sede dell'Imperial Regio Giudizio ed
Ufficio delle Imposte, il castello conobbe un lungo
periodo di degrado culminato con le distruzioni operate
dai prigionieri durante la prima guerra mondiale.
Trasferito al demanio italiano fu, sino al 1965, sede
della Pretura prima e della locale caserma dei
Carabinieri poi. I lavori di restauro, iniziati dalla
Soprintendenza, sono stati continuati dalla Provincia
Autonoma di Trento che, dal 1973, con il trasferimento
delle competenze in materia di tutela
del patrimonio storico artistico,
subentrata anche nella proprietà, lo ha arredato ed
aperto al pubblico.
Sala del Consiglio. Affresco di Giacomo
Staudenfunchs
(1473 ) |
Veduta del Castello di Stenico |
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Il castello
, dopo aver percorso una strada costeggiata di
meleti carichi di frutta, ci appare in tutta la
sua bellezza sull'alto di una collina che noi ci
accingiamo a scalare, dopo aver lasciato
parcheggiata la macchina in paese, in piazza nei
pressi di una monumentale fontana. Ci appare un
cartello, nei pressi dell'ingresso che richiama
all'epoca medievale e alla rappresentazione
dello stesso nel CICLO DEI MESI affrescato in
Torre Aquila a Trento che costituisce
undocumento fondamentale per la conoscenza del
maniero nel XIV secolo. Il fortilizio vi appare
circondato dalle mura di difesa, ancora oggi
visibili con torre angolari a rivellino
all'ingresso, successivamente demoliti. Si
individuano tre blocchi principali tutt'ora
riconoscibili: a sinistra quello più antico con
la porta d'ingresso; al centro il Palazzo Nuovo,
eretto nei primi anni del XIII secolo, con
caratteristiche bifore ad arco; infine la Casa
Vecchia, l'antica casa murata voluta dal
Principe Vescovo Adalpreto nella seconda metà
del XII secolo, sopraelevata e rimaneggiata dal
Vescovo Giorgio di Linchtestain ( fine XII
secolo ) al cui intervento sono ascrivibili le
finestre a croce guelfa. Si arriva all'ingresso
e oltrepassatolo ci appare una piazzetta con un
pozzo al suo centro e tutti i meravigliosi
palazzi, con le loro logge, intorno.
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